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Proposito ambizioso quello dell’autore, Antonio Rossello: riuscire a dipanare con occhio neutrale ed equidistante, senza coinvolgimenti personali e di parte, le contraddizioni congiunturali della situazione politica relativa agli ultimi trent’anni.
La sua ricerca, infatti, parte dagli anni ‘90. Personalmente, per la mia passione legata alla mia professione di docente di storia, ritengo che ogni evento sia legato indissolubilmente ai fatti precedenti, anche in presenza di un mondo, quello contemporaneo, che appare profondamente mutato al “secolo breve”. (…)
Il mondo è molto malato e Antonio Rossello si chiede se non sia il caso di affidare la ricerca di una cura alla Sociologia Clinica evocando termini rassicuranti quali concretezza, realismo, presa di coscienza e di responsabilità individuale e collettiva, relazioni umane, pazienza, umiltà, partecipazione, bene comune nel perseguimento di ideali di giustizia e di libertà. (Dalla prefazione di Angelica Lubrano).
Il poema è il genere letterario che prediligo, poiché è narrazione, respiro lungo e breve, attorno a un tema strutturato e coerente nel suo interno.
La poesia ha questo di proprio: si regge sulla forza della parola, sul ritmo e sulle metafore, arricchita dagli argomenti che interpellano e provocano la riflessione personale. Al lettore è chiesto di essere sveglio e attivo, com’è d’obbligo per chi voglia entrare nell’animo di chi scrive versi, nella qualità con cui viene a contatto.
L’opera che propongo è complessa. È un colloquio di amore con un tu qualsiasi, pari a me e a ogni altra persona. Lo svolgo con una ricerca estetica che è sostanza e linguaggio, nel tentativo di raggiungere in profondità i sentimenti e l’intelletto, persino l’anima. Intendo coinvolgere un pubblico in solitaria lettura con l’incalzare dei versi, affinché non si tronchi il flusso narrativo e poetico e così cogliere tutti i significati nascosti nell’insieme del testo. (Vincenzo Occhipinti)
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Lo scritto che qui si presenta, inedito, è conservato presso la Fondazione Giovanni Gentile per gli Studi Filosofici (annessa all’Università La Sapienza di Roma). Consiste nella Dissertazione inviata al Ministero della Pubblica Istruzione, per ottenere l’abilitazione all’insegnamento in Storia della filosofia, dopo la laurea, nell’estate del 1897. Fu pensato e steso nella prima metà di quell’anno ed è la forma originaria del primo dei due scritti in cui consiste la notissima opera gentiliana su Marx. Tra edizioni e ristampe, è uscito 7 volte in tutto. Comparve inizialmente, assai modificato rispetto al testo che qui si presenta, su una rivista dell’Università di Pisa («Studi Storici. Periodico trimestrale diretto da Amedeo Crivellucci e di Ettore Pais, 1897 (IV), pp 379-423) e successivamente, con poche varianti e insieme a un altro saggio molto più consistente e impegnativo, nella prima stampa del celebre libro: GIOVANNI GENTILE, La filosofia di Marx. Studi critici (Pisa, Spoerri 1899). L’edizione successiva è di parecchio tempo dopo e di forma completamente diversa. I due lavori comparvero infatti in appendice a un altro libro: GIOVANNI GENTILE, I fondamenti della filosofia del diritto. Terza edizione riveduta e accresciuta con aggiunti due studi sulla Filosofia di Marx, Firenze, Sansoni 1937-XV.
Silloge poetica sulle delusioni, le illusioni e disillusioni dell’Autrice, verso la natura e i suoi doni: le stagioni cariche di colore, di allegria primaverile e di dolcezza autunnale, la bellezza del mare e dell’alba di Olbia; verso sé stessa che si abbatte prima e si rasserena poi dopo mille pensieri; e verso un grande amore che la sostiene e accompagna in quello che lei chiama il suo cammino: Selly riesce a infondere in chi la segue e “legge” una serena fiducia nel mondo, quello stesso che talvolta la inquieta e la rattrista. Ha un’energia eccezionale: nei momenti di maggiore sofferenza fisica, non senti nella sua voce poetica la rassegnazione e la tristezza ma la voglia di superare e andare oltre… con ostinazione, avvalendosi del potere taumaturgico delle parole: esprimere il dolore è in parte elaborarlo e superarlo, con vittoria sulla rinuncia. (Dalla prefazione di Daniela D’Agosto).
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Da Rostand a Bertoli. A muso duro e in piena libertà. Uno Zibaldone attualizzato a campo libero, come un calciatore degno di quel ruolo e che ondeggia alla ricerca del suo compagno di squadra che possa lanciarsi verso la porta avversaria, avendo cura di salvaguardare la tecnica e la tattica. (…) Monologhi per attori che riescono a scandire ogni singola parola con le giuste pause, perché il silenzio è quello che nasconde grida spesso di dolore o di protesta. Non stagni di acque torbide, ma torrenti, rapide per un rafting che possa sfidare il pericolo con la velocità di una corrente senza sapere dove condurrà. (…) Emerge nella sua interezza tutta la Commedia Umana professata e raccolta da Balzac. Una commedia che Picarazzi affronta con attacchi diretti al sistema, cercando di capovolgere tavoli e credenze.(Dalla prefazione di Antonio Capitano)
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Nel libro racconto tutti i problemi cui deve fare fronte una giovane vedova con tutta una vita ancora davanti. Progetti, sogni, tutto finito in un attimo. Racconto anche i pessimi rapporti che mio marito, e quindi anch’io, aveva con la sua prima moglie e con la figlia da lei avuta e dei pessimi rapporti che ha sempre avuto con sua madre e la sua famiglia di origine.
Racconto del
nostro grande e raro amore e di come eravamo felici assieme. (Sabrina Stoppa)
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L’evoluzione tecnologica, la digitalizzazione, le nuove modalità di utilizzo dei dati e l’ingresso nel mercato di player non tradizionali con nuove dinamiche di offerta nella fruizione dei servizi, avranno un impatto significativo sulle imprese, sulle reti commerciali e sulle professionalità che in esse vi lavorano. Alcune competenze saranno a rischio obsolescenza, altre si trasformeranno, altre nuove emergeranno. Le imprese avranno la necessità, attraverso la formazione continua, di adeguare le professionalità al nuovo contesto, non basterà più il turnover del personale…
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«Padre mi benedica, mi CONFESSI, perché ho peccato…»
L’abbazia è arroccata, non ci si reca lì per caso: per giungervi occorrono una forte motivazione, la giusta determinazione e profondo senso di spiritualità. Può accadere a escursionisti o a turisti, attirati da altre seduzioni laiche del luogo, di transitare per altre mete ma, se mancano la spiritualità e il culto dell’antico, comunque sia, non si trovano motivazioni per soffermarsi […]
«… è proprio qui, sull’Isola, che ho commesso crimini, delitti inconfessabili di cui porto ancora la macchia nell’anima, in questi luoghi; insomma dovrebbe essere sua giurisdizione, e nella mia parrocchia avrei qualche remora, voglio troppo bene a Don… Camillo, ha quasi novant’anni, son cresciuto nel suo oratorio e lui conosce un altro me…»
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Viaggio ideale in una libreria immaginaria, in un quartiere immaginario (o forse reale) pensato a Tokio ma vissuto nell’hinterland della provincia romana; un ibrido tra romanzo e saggio, anche perché...
“…tematicamente, racconta sia una relazione sentimentale sia un viaggio e si concede a digressioni cronachistiche, storiche o politiche (e a volte anche moralistiche); ma perché si dichiara romanzo e poi diventa un saggio (con introduzione e bibliografia), commenta dei testi letterari e poi ripiega sull’autobiografico. La cifra metaletteraria del libro – che parla anche di sé stesso, della propria incubazione – sta qui, in questo sforzo di autodefinizione che arriva, però, a fallire costantemente: da una parte si segue la passione di un alter ego dell’autore per il Giappone, lo scrittore Satoshi Yagisawa e altre cose; dall’altra gli eventi del libro sono inframmezzati da un florilegio di appunti sulla letteratura giapponese (e non). La natura ibrida del libro, insomma, permette a Picarazzi di utilizzare uno spunto narrativo per sviluppare razionalmente (cioè, in linea di massima, anti-narrativamente) alcune questioni centrali nel suo percorso e presenti in altri suoi libri, come appunto il mondo nipponico (compreso Mishima, cui l’autore ha dedicato il saggio Yukio Mishima. Gioventù, bellezza e morte tra mito e illusione e di cui ha tradotto Patriottismo) oppure la storia e la politica, temi centrali in Diario (strettamente personale) e Πολιτεία" – pubblicati sempre per i tipi di EDDA Edizioni (Ndr). (Dalla prefazione di Antonio Francesco Perozzi).
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Pensiamo a un futuro ispirandoci a valori e principi comunque facenti parte del nostro vissuto, quindi del passato, quel passato in cui si erano sparsi semi positivi evocanti pace e benessere diffusi. Forse avremmo dovuto curare di più quanto germogliato in campo dai semi sparsi in tutto il mondo dopo il monito di Hiroshima e Nagasaki; avremmo dovuto vigilare maggiormente che accanto ai frutti positivi non proliferassero, mimetizzati, quelli avvelenati evocanti odio e supremazie di ogni genere che, già nel significato, provocano danni a una parte dell’umanità.
Occorre ora seminare nuovamente Valori e Principi che spingano chi, per circostanze imperscrutabili quand’anche legittime, ha, o meglio avrà in futuro, in mano le leve delle sorti dell’umanità, a un agire illuminato che non contempli mai più sacrifici umani in tutti gli ambiti…
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Questa raccolta è dedicata alle donne. I messaggi esprimono le mie emozioni, i miei sentimenti, i miei convincimenti del momento in cui li ho scritti […] Perché la vita come l’amore è una giostra che gira, si ferma e poi riparte. Cambieranno gli attori ma la giostra continuerà a girare fino a quando ci sarà vita, fino a quando ci sarà amore, perché l’amore è il legame indissolubile che è la nostra essenza.
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«E quindi, lui non l’ha uccisa per gelosia» dice Dario.
«No, non per gelosia che, per quanto triste, sarebbe una motivazione forse più comprensibile nell’ambito della debolezza umana. No, lui l’ha uccisa per un altro e ben più grave motivo, il più vigliacco e anche banale dei motivi per cui le donne vengono uccise: il desiderio di possesso da parte dell’uomo, e non solo possesso del loro corpo, ma anche della loro identità, della loro anima.»
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Lisa, la protagonista, è una giovane premio Nobel, un’americana cresciuta in Cina. La sua intelligenza superiore alla media, la formazione in Cina e la possibilità di viaggiare l’hanno portata a scoprire una cura miracolosa per alcuni tipi di tumore.
E in nome della libertà di ricerca e della possibilità di pubblicarne i risultati, Lisa deve affrontare non pochi pericoli.
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